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29.09.2025
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Qual è la lingua più antica del mondo?

Indice dei contenuti
  1. Le 10 lingue più antiche del mondo
  2. Cosa significa lingua antica?
  3. Le 10 lingue più antiche del mondo
  4. Perché alcune lingue sopravvivono e altre no?
  5. Lingue in via d'estinzione
  6. Perché studiare le lingue da piccoli?
In sintesi
  • Il tamil è considerato la lingua più antica ancora parlata oggi, con radici che risalgono a oltre 2.500 anni fa.
  • Molte lingue antiche come greco, ebraico, arabo e cinese sono sopravvissute e continuano ad essere usate da milioni di persone.
  • Alcune, come il latino, non sono più lingue vive ma restano fondamentali per la cultura, la religione e la storia.
  • La sopravvivenza di una lingua dipende dall’uso quotidiano, dalla trasmissione alle nuove generazioni e dalla tradizione scritta.
  • Imparare lingue fin da piccoli non è solo utile a scuola: sviluppa memoria, creatività, apertura mentale ed empatia verso culture diverse.

Ti sei mai chiesto qual è la lingua più antica del mondo? La lingua più antica del mondo è probabilmente il tamil, le cui prime testimonianze scritte risalgono al V secolo a.C. La lingua tamil è parlata da circa 80 milioni di persone e appartiene alla famiglia delle lingue dravidiche, che raggruppa oltre 80 lingue diffuse soprattutto in India, Sri Lanka, Pakistan, Nepal e Bangladesh.

Oltre al tamil, in questo articolo vediamo quali sono le altre lingue più antiche del mondo. Alcune di queste sono ancora parlate da milioni di persone, altre invece rischiano di scomparire. La lingua più parlata al mondo, invece, è l’inglese, con 1,5 miliardi di persone seguita dal cinese mandarino e dall’hindi. Ecco perché continuano a essere importanti i corsi di inglese per bambini.

Le 10 lingue più antiche del mondo

Vediamo una lista delle 10 lingue più antiche del mondo parlate ancora oggi:

  • La lingua più antica del mondo è probabilmente il tamil, che ha affascinato gli studiosi per le sue origini e le cui prime testimonianze scritte risalgono al V secolo a.C. La caratteristica della lingua tamil è la presenza di una diglossia: la compresenza di due lingue di cui una usata per i testi scritti e più formale e l’altra usata per la comunicazione orale.
  • Il greco è la lingua più antica ancora parlata tra le lingue indoeuropee. La storia di questa lingua inizia oltre 3000 anni fa e oggi il greco è la lingua di 12 milioni di persone che vivono soprattutto in Grecia ma anche a Cipro e in Turchia. Un tempo nel Mediterraneo si parlava greco come lingua franca, come oggi nel mondo si parla l’inglese. Esistono due lingue greche: katharevusa, la lingua colta e dimotikì, la lingua parlata. Nel 1976 la lingua dimotikì è diventata la lingua ufficiale dell’amministrazione e della scuola.
  • L‘ebraico è una delle lingue più antiche del mondo (era usato già 3000 anni fa) e fa parte delle lingue semitiche insieme ad arabo, aramaico e altre. La lingua ebraica ha rischiato di estinguersi, a causa delle vicende del popolo ebraico, come indicato da molti linguisti e per alcuni secoli venne usata solo da studiosi e religiosi, un po’ come il latino di oggi. Con la creazione dello Stato di Israele, però, nel 1948 l’ebraico divenne la lingua ufficiale del Paese insieme all’arabo e tornò ad essere una lingua viva. Oggi è parlato da oltre 9 milioni di persone in tutto il mondo. Si scrive da destra a sinistra e tutte le lettere indicano consonanti, come l’arabo.
  • Anche il cinese è una delle lingue più antiche del mondo ancora parlate. Le prime testimonianze di scrittura di caratteri cinesi risalgono a 3000 anni fa. Il cinese comprende molte varianti regionali che sono considerate vere e proprie lingue separate, così diverse che i parlanti di diverse varianti non si capiscono. Il mandarino è la variante più diffusa. Il cinese è caratterizzato dai toni che indicano differenze di significato tra parole o sillabe identiche. Esempio tipico la sillaba “ma“, che può significare “mamma” “canapa” “cavallo” o “insultare”, a seconda del tono.
  • Parlato da 420 milioni di persone e lingua ufficiale di 24 paesi, l’arabo è la quinta lingua più parlata al mondo e una delle lingue più antiche. Come l’ebraico, si scrive da destra a sinistra e le lettere dell’alfabeto indicano solo consonanti.

Cosa significa lingua antica?

Le lingue antiche sono tutte morte? E che differenza c’è tra lingua morta e lingua estinta? Vediamo meglio che significa lingua antica. 🤓

Una lingua antica è l’ “antenata” di una lingua che è parlata ancora oggi. La sua evoluzione non si è mai interrotta ed ha continuato a essere parlata, ma si è trasformata in una lingua diversa. Un esempio? Il greco antico che si è trasformato nel greco moderno. Una lingua morta, invece, è una lingua che non viene parlata dalle persone nella vita quotidiana, che ha smesso di evolversi, ma che è ancora usata in alcuni contesti specifici: per esempio il latino classico che si usa in ambito religioso.

E poi ci sono le lingue estinte, cioè quelle lingue che non vengono più parlate né usate da nessuno. Sono lingue completamente scomparse, proprio come le specie estinte.

Le 10 lingue più antiche del mondo

Vediamo una lista delle 10 lingue più antiche del mondo parlate ancora oggi: dal tamil al latino ecclesiastico.

1. Tamil

La lingua più antica del mondo è probabilmente il tamil, che ha affascinato gli studiosi per le sue origini legate a antiche civiltà. e le cui prime testimonianze scritte risalgono al V secolo a.C. La caratteristica della lingua tamil è la presenza di una diglossia: la compresenza di due lingue di cui una usata per i testi scritti e più formale e l’altra usata per la comunicazione orale.

2. Greco


Il greco è la lingua più antica ancora parlata tra le lingue indoeuropee. La storia di questa lingua inizia oltre 3000 anni fa e oggi il greco è la lingua di 12 milioni di persone che vivono soprattutto in Grecia ma anche a Cipro e in Turchia. Un tempo nel Mediterraneo si parlava greco come lingua franca, come oggi nel mondo si parla l’inglese. Esistono due lingue greche: katharevusa, la lingua colta e dimotikì, la lingua parlata. Nel 1976 la lingua dimotikì è diventata la lingua ufficiale dell’amministrazione e della scuola.

3. Ebraico

L‘ebraico è una delle lingue più antiche del mondo (era usato già 3000 anni fa) e fa parte delle lingue semitiche insieme ad arabo, aramaico e altre. La lingua ebraica ha rischiato di estinguersi, a causa delle vicende del popolo ebraico, come indicato da molti linguisti e per alcuni secoli venne usata solo da studiosi e religiosi, un po’ come il latino di oggi. Con la creazione dello Stato di Israele, però, nel 1948 l’ebraico divenne la lingua ufficiale del Paese insieme all’arabo e tornò ad essere una lingua viva. Oggi è parlato da oltre 9 milioni di persone in tutto il mondo. Si scrive da destra a sinistra e tutte le lettere indicano consonanti, come l’arabo.

4. Cinese

Anche il cinese è una delle lingue più antiche del mondo ancora parlate. Le prime testimonianze di scrittura di caratteri cinesi risalgono a 3000 anni fa. Il cinese comprende molte varianti regionali che sono considerate vere e proprie lingue separate, così diverse che i parlanti di diverse varianti non si capiscono. Il mandarino è la variante più diffusa. Il cinese è caratterizzato dai toni che indicano differenze di significato tra parole o sillabe identiche. Esempio tipico la sillaba “ma“, che può significare “mamma” “canapa” “cavallo” o “insultare”, a seconda del tono. Il cinese è anche una delle lingue più difficili al mondo.

5. Arabo

Parlato da 420 milioni di persone e lingua ufficiale di 24 paesi, l’arabo è la quinta lingua più parlata al mondo e una delle lingue più antiche. Come l’ebraico, si scrive da destra a sinistra e le lettere dell’alfabeto indicano solo consonanti.

6. Persiano

Il persiano (o farsi) ha più di 2.500 anni di storia e appartiene alla famiglia delle lingue indoeuropee. È stata la lingua di grandi imperi e oggi è parlato da circa 110 milioni di persone in Iran, Afghanistan (dari) e Tagikistan (tagico). È noto per la sua ricca tradizione letteraria, in particolare la poesia di Hafez e Rumi, che ha influenzato molte culture della regione.

7. Sanscrito


Il sanscrito è una delle lingue classiche più importanti al mondo. Con oltre 3.000 anni di storia documentata, è la lingua dei testi sacri dell’induismo e di molte opere filosofiche dell’India antica. Non è più una lingua parlata quotidianamente, ma è ancora usata nelle cerimonie religiose e nello studio accademico. Molte lingue moderne dell’India, come l’hindi, hanno radici nel sanscrito.

8. Euskara

L’euskara, o lingua basca, non appartiene a nessun’altra famiglia linguistica conosciuta ed è parlata da oltre 700.000 persone in alcune parti della Spagna e della Francia. Resta l’unica lingua ancora parlata tra quelle usate nell’Europa sud-occidentale prima della romanizzazione nel II secolo a.C.

9. Islandese

L’islandese è una delle lingue europee che ha conservato di più la sua forma antica. Discende direttamente dal norreno, la lingua dei Vichinghi, e negli ultimi mille anni è cambiato pochissimo. Per questo i parlanti moderni possono leggere le antiche saghe islandesi quasi senza difficoltà. È parlato da circa 370.000 persone, soprattutto in Islanda.

10. Latino ecclesiastico

Il latino non è più una lingua parlata nel quotidiano, ma il latino ecclesiastico continua a vivere come lingua ufficiale della Chiesa cattolica. Viene usato nei documenti, nella liturgia e nei canti religiosi. Più semplice del latino classico, ha avuto un ruolo fondamentale per secoli come lingua della cultura e della comunicazione in Europa.

Perché alcune lingue sopravvivono e altre no?

Alcune lingue muoiono, altre continuano a essere usate per millenni. Come muoiono le lingue? 🤔 A volte per cause esterne: per esempio in situazioni di dominio politico l’uso delle lingue regionali o legate a un’etnia viene vietato o scoraggiato. Ma le lingue muoiono anche per cause interne, quando le persone bilingui smettono di usare una lingua. Un esempio tipico sono i dialetti regionali italiani che vengono usati sempre meno in favore dell’Italiano. La sopravvivenza di una lingua dipende da molti fattori. Il latino, ad esempio, ha continuato a essere usato per secoli perché sostenuto dalla Chiesa. Un altro elemento fondamentale è la tradizione scritta: le lingue che sono state fissate nei testi hanno più possibilità di lasciare traccia nel tempo, mentre quelle trasmesse solo oralmente rischiano di sparire se non vengono più parlate.

Una lingua sopravvive solo se viene insegnata e usata in famiglia, a scuola o nella comunità e viene riconosciuta come parte dell’identità di una comunità. ✅ Quando smette di essere parlata dai bambini, inizia lentamente a scomparire.

Lingue in via d'estinzione

Alcune lingue parlate oggi nel mondo rischiano di scomparire. L’UNESCO ha sviluppato un 👉 Atlante delle lingue in pericolo, per sensibilizzare sull’importanza della preservazione delle lingue indigene. Nell’Atlante, le lingue in pericolo sono classificate come vulnerabili, certamente in pericolo, in grave pericolo o criticamente in pericolo, a seconda del numero di parlanti e della trasmissione alle nuove generazioni. Al di sotto dei 100.000 parlanti, una lingua è a rischio di estinzione.

Secondo l’UNESCO circa il 40% delle lingue esistenti rischiano di scomparire. In Italia per esempio sono a rischio lo slavomolisano, l’arbëreshë parlato in alcune zone della Calabria, il sardo campidanese, il griko, una lingua di origine greca ancora parlata in piccole zone della Puglia e della Calabria, e il ladino, parlato in alcune vallate alpine, soprattutto in Trentino-Alto Adige. Queste lingue hanno una lunga storia e un ricco patrimonio culturale, ma rischiano di sparire nel giro di poche generazioni se non vengono mantenute vive.

Il ruolo delle comunità locali è fondamentale per la sopravvivenza di queste lingue. Se famiglie, scuole, associazioni e amministrazioni locali credono nel valore della propria lingua, possono creare spazi in cui questa viene usata e appresa. In Italia, alcune Regioni hanno avviato programmi scolastici bilingui o laboratori linguistici per i più piccoli, con l’obiettivo di trasmettere queste lingue come parte del patrimonio culturale locale.

Perché studiare le lingue da piccoli?

Studiare le lingue fin da piccoli non è solo una questione scolastica: è un modo per aprire la mente, accendere la curiosità e costruire solide basi per il futuro. Numerosi studi dimostrano che l’apprendimento linguistico in età infantile ha benefici cognitivi importanti: i bambini che imparano più lingue sviluppano maggiore flessibilità mentale, memoria più allenata e migliori capacità di problem solving. Che sia l’inglese o il dialetto dei nonni.

Imparare una nuova lingua significa anche entrare in contatto con culture diverse, sviluppare empatia, curiosità verso l’altro e una visione del mondo più ampia. Questo tipo di educazione linguistica favorisce anche una migliore comprensione della storia, delle proprie radici e dell’identità culturale. Capire e parlare più lingue aiuta i bambini a sentirsi parte di una comunità globale. Prima si inizia a imparare, meglio è: un bambino abituato fin da piccolo ad ascoltare suoni diversi, riconoscere strutture linguistiche nuove e giocare con le parole, sarà più pronto ad affrontare lo studio di tante lingue diverse. Se vuoi sapere di più su qual è l’età migliore per iniziare a esporre bambini e bambine a una seconda lingua, leggi i nostri consigli qui: inglese da zero

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Questions and answers

Non esiste una risposta definitiva, perché le lingue si sono evolute nel tempo e molte non hanno lasciato tracce scritte. Tuttavia, alcune delle lingue più antiche documentate sono il sumero e l’egiziano antico, entrambe risalenti a oltre 5.000 anni fa. 

Alcune lingue antiche non si parlano più nella loro forma originale, ma hanno lasciato tracce in lingue moderne. Ad esempio, il latino non è più una lingua viva, ma ha dato origine a lingue come l’italiano, il francese e lo spagnolo. In altri casi, alcune lingue antiche continuano a essere usate in contesti religiosi o culturali: il sanscrito, ad esempio, è ancora usato nei testi sacri dell’India.

Il greco è spesso considerato la lingua più antica d’Europa ancora in uso. ✅ Le prime forme scritte risalgono a più di 3.000 anni fa, e da allora la lingua si è evoluta, ma senza mai interrompersi del tutto. Anche il latino ha avuto un ruolo fondamentale nella storia linguistica europea, sebbene oggi non sia più parlato nella vita quotidiana.

Sì, può essere utile insegnare ai bambini parole in lingue antiche, soprattutto se fatto in modo giocoso. Imparare parole in latino, greco o altre lingue antiche può aiutare i bambini a capire meglio il significato delle parole moderne, arricchire il vocabolario e sviluppare consapevolezza linguistica. È anche un ottimo modo per avvicinarli alla storia, alle radici culturali e al valore delle lingue come strumenti di conoscenza.

Imparare una nuova lingua è molto più che imparare nuove parole: significa è allenare la mente, aprire lo sguardo sul mondo e coltivare empatia verso altre culture. Vuoi coltivare l’amore per le lingue nei tuoi figli? Scopri i corsi di inglese per bambini pensati da Novakid. Prenota una lezione di prova gratuita: i tuoi figli scopriranno un modo diverso di imparare l’inglese.

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